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Come credere in se stessi senza rinunciare alla personalità

Autore dell’articolo: Valerio

Come credere in se stessi e nelle proprie capacità senza rinunciare alla nostra personalità.

Come credere in se stessi

Hai creduto in Babbo Natale per circa 8 anni, puoi credere in te stesso per almeno 5 minuti.

Anonimo

Questa citazione riassume in modo tremendamente efficace un concetto incredibile.

Quasi tutti da bambini credevamo in Babbo Natale: eravamo certi della sua esistenza e ci comportavamo come se il vecchio con la barba esistesse veramente.

Ovviamente non esisteva, ma è incredibile come una semplice credenza influenzava in modo così pesante la nostra vita di bambini.

Esatto, una credenza.

Quello che crediamo o non crediamo vero influenza la nostra esistenza più o meno profondamente, esattamente come succede se crediamo in noi stessi oppure no.

Per la nostra mente non è rilevante se una cosa è reale oppure no: se la crediamo vera (anche se è falsa) ci comporteremo come se lo fosse.

Compreso questo concetto è palese che scegliere o non scegliere di credere in se stessi è una decisione che può intimamente modificare la nostra vita e il nostro approccio con il mondo e con le persone intorno a noi.

Prima di approfondire questo aspetto però, vediamo una breve parabola per capire qualcosa in più sui fattori che influenzano la fiducia che nutriamo in noi stessi.

La parabola della gara dei ranocchi

Rana sul ramo

C’era una volta una gara di ranocchi.

L’obiettivo era arrivare in cima a una grande torre.

Si radunò molta gente per vedere e per fare il tifo per loro, poi cominciò la gara.

In realtà, la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima e tutto quello che si ascoltava erano frasi tipo:

“Che pena! Non ce la faranno mai!”

I ranocchi cominciarono a desistere, tranne uno che continuava a cercare di raggiungere la cima e la gente continuava:

Che pena! Non ce la faranno mai!”

E i ranocchi si stavano dando per vinti tranne il solito ranocchio testardo che continuava a insistere.

Alla fine, tutti desistettero tranne quel ranocchio che, da solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine la cima.

Gli altri volevano sapere come avesse fatto.

Uno degli altri ranocchi si avvicinò per chiedergli come avesse fatto a concludere la prova.

E scoprirono che era sordo.

La morale di questa parabola è tanto semplice quanto sottovalutata: molto spesso abbiamo le risorse dentro di noi per compiere imprese che riterremo impossibili e per valutare correttamente le nostre potenzialità.

Talvolta però, diamo troppo peso a quello che ci sentiamo ripetere tante volte durante il corso della nostra esistenza che in seguito convertiamo in una credenza depotenziante.

Inoltre, non siamo solo influenzati da quello che ci rinnovellano gli altri, ma anche da quello che ci ripetiamo da soli.

Chiarito questo punto scopriamo come credere in se stessi senza diventare dei palloni gonfiati.

Come credere in se stessi in 3 step

Credere in se stessi

#1 Identifica i tuoi quando

Ogni persona di questo mondo ha vissuto dei frangenti della propria vita in cui non ha creduto in se stessa.

Naturalmente però, ci sono anche momenti in cui ognuno di noi ha creduto in se stesso, che si tratti di credere di riuscire a terminare un lavoro o di superare una particolare difficoltà.

Identificare questi momenti in cui ci siamo sentiti sicuri di noi stessi e in cui credevamo nelle nostre potenzialità è molto utile per ricalibrare la nostra autostima.

Per aumentare la consapevolezza in questo senso, prendi carta e penna e scrivi 5 momenti o 5 episodi in cui hai creduto in te stesso e nelle tue competenze.

Non importa quanto sono lontane nel tempo queste esperienze o quanto ti sembrano rilevanti, scrivile sulla carta per aumentare la coscienza che hai di te stesso: hai creduto in te stesso più volte di quante vorresti ammettere.

In molte occasioni infatti, per abitudine o per insoddisfazione, abbiamo la tendenza a portare in superficie solo gli aspetti negativi della nostra esistenza, tralasciando abilmente quelli positivi.

Grazie a questo esercizio possiamo riequilibrare la valutazione che abbiamo di noi stessi identificando anche i momenti positivi, ovviamente senza nascondere sotto al tappeto quelli negativi.

#2 Semina autoefficacia e raccogli autostima

L’autoefficacia è un termine, a mio avviso un po’ fuorviante, che identifica l’insieme delle credenze che abbiamo sulla nostra capacità di affrontare le sfide della vita.

Le persone che possiedono una buona autoefficacia non sono sproporzionatamente preoccupate per qualunque cosa perché hanno la credenza (ricorda sempre la similitudine con Babbo Natale di inizio articolo) di poter gestire eventuali problemi e imprevisti.

Secondo Albert Bandura, colui che ha identificato il processo cognitivo noto come autoefficacia, ci sono 4 modi (+1 classificato da James Maddux) per migliorare questo atteggiamento mentale.

  1. L’esperienza del successo. Sperimentare il successo più volte al giorno, anche per cose piccolissime e apparentemente insignificanti, migliora la nostra autoefficacia. È utile quindi iniziare fin dal mattino con delle piccole vittorie, come svegliarsi in orario e rifare immediatamente il letto, così da iniziare la giornata con due esperienze positive di successo.
  2. L’esperienza vicaria. Con questo termine Bandura indica il comportamento che abbiamo quando osserviamo altre persone a noi vicine che hanno successo. Più ci circondiamo di persone che riescono in qualcosa, più ci sentiamo capaci di riuscirci anche noi. Insomma, ti sarà sicuramente capitato di pensare qualcosa del tipo: se ce l’ha fatta lui posso farlo anche io!
  3. La persuasione verbale. Similmente al punto precedente, più ci immergiamo tra persone che credono nelle nostre possibilità, più anche noi riusciremo a credere in noi stessi: dobbiamo quindi avvicinarci a coloro che possono fornirci sostegno e sicurezza e allontanarci dai così detti vampiri emotivi.
  4. Gli stati fisiologici ed emotivi. Il nostro stato d’animo influenza enormemente la nostra capacità di valutazione: se vogliamo sviluppare l’autoefficacia e credere in noi stessi, dobbiamo imparare a rivalutare le emozioni come nervosismo, ansia e agitazione e a trattarle come fonti di energia alternativa da sfruttare per i nostri scopi.
  5. Le esperienze immaginate. Ti capita spesso di visualizzare un esame che va storto, una conversazione che finisce male o una prestazione sportiva disastrosa? Allora è meglio invertire il senso di marcia, perché immaginare e visualizzare noi stessi che riusciamo a gestire problemi e situazioni stressanti è utile per sviluppare l’autoefficacia e naturalmente per credere in se stessi, mentre visualizzare il fallimento, anche se poi non si manifesta, indebolisce la fiducia che nutriamo per il noi stessi futuro.

Riassumendo per accrescere la nostra autoefficacia e credere in noi stessi possiamo.

  1. Abituarci al successo ogni mattina rifacendo il letto come prima cosa, lavandoci i denti e portando a termine dei piccoli impegni ancora prima di uscire di casa.
  2. Circondarci di persone che hanno successo e frequentare meno le persone lamentanti.
  3. Avvicinarci a chi ci sprona e a chi pensa in modo positivo e prepositivo.
  4. Rivalutare e razionalizzare un po’ le emozioni che etichettiamo come negative.
  5. Visualizzare noi stessi che abbiamo successo o almeno evitare di immaginare continuamente il nostro fallimento.

Vediamo ora la strategia più efficace per credere in se stessi in modo duraturo nel tempo.

#3 Una strada senza staccionata

Il miglior modo per credere in se stessi è seguire un percorso progressivo.

Ma cosa dobbiamo fare?

Un modo eccezionale per esporci a una conoscenza di noi stessi sempre maggiore (fisica e mentale) e per scalare la nostra autostima è seguire un (per)corso sportivo.

Lo sport, inteso come l’inizio di una disciplina, ci permette di imparare una competenza e di credere in noi stessi in modo spontaneo e graduale.

Ovviamente non è rilevante lo sport praticato, l’importante è che sia sotto forma di corso a difficoltà crescente, in questo modo andremo ad aumentare l’allenamento e l’apprendimento in modo graduale, solidificando la nostra autostima passo dopo passo.

Molti sottovalutano l’importanza dell’attività fisica, ma essa è vitale per credere in se stessi e ricorda la clausola più importante: deve trattarsi di un percorso graduale.

Per gradualità intendo un corso vero e proprio per principianti che poco a poco innalzi le nostre capacità e la nostra prestanza fisica: esistono molti corsi del genere per tutti i gusti, dal ballo alle arti marziali.

So bene cosa succede in questi casi: la nostra mente crea velocemente delle scuse per non fare attività fisica (in questo articolo ti do 15 buoni motivi): magari ti stai ripetendo che non sei capace, che sei troppo vecchio o che non sei portato.

La verità è che non è mai troppo tardi e non dobbiamo affatto essere portati, perché nessuno si aspetta di vedere nuovi iscritti che sappiano fare tutto il primo giorno, sarebbe assurdo: cosa insegnerebbero gli istruttori a persone già capaci?

Questi erano i 3 step per credere in se stessi, adesso vediamo cosa ne pensa Bill Gates con le sue 11 regole.

Le 11 regole di Bill Gates sulla vita per credere in se stessi

Bill Gates

In un liceo degli Stati Uniti, Bill Gates tenne un discorso rivolto a una giovane platea e nel suo discorso parlò di 11 regole: undici regole che non si imparano sui banchi di scuola.

Regola #1 – La vita non è giusta: è meglio farci l’abitudine in fretta.

Regola #2 – Il mondo non ha nulla a che fare con la stima di voi stessi. Il mondo si aspetta che riusciate in qualcosa prima di sentirvi bene con voi stessi.

Regola #3 – Non guadagnerete 60.000 Dollari all’anno quando uscirete dal liceo. Non sarete vice presidente della società con tanto di auto aziendale e con tanto di telefono incorporato prima di meritarlo.

Regola #4 – Se pensate che il vostro insegnante sia duro, aspettate di avere un padrone e vedrete.

Regola #5 – Far cuocere degli hamburger (cliccando qui trovi l’articolo sul film dedicato a McDonalds) non insulta la vostra dignità. I vostri nonni avevano un termine diverso per definirlo: opportunità.

Regola #6 – Se vi annoiate e non sapete cosa fare non è colpa dei vostri genitori, quindi smettetela di lamentarvi e imparate a partire dai vostri errori.

Regola #7 – Prima che voi nasceste, i vostri genitori non erano così noiosi come ora. Sono diventati così a furia di pagare i vostri conti, lavare i vostri vestiti e a forza di sentirvi dire quanto siano o meno buoni genitori. Quindi, prima di tentare di salvare la foresta vergine dai parassiti iniziate a pulire la vostra camera.

Regola #8 – Le scuole con un nuovo approccio didattico possono avere eliminato le etichette di “vincitori” e “perdenti”, ma nella vita reale non è così. In alcune scuole hanno eliminato i voti sotto alla media e vi vengono date tante possibilità per trovare la risposta desiderata. Questo è lontanissimo dalla vita lavorativa e sociale.

Regola #9 – La vita non è divisa in trimestri. Bisogna lavorare anche d’estate e pochi sono i datori di lavoro interessati al vostro sviluppo personale. Lavorateci da soli nel tempo libero.

Regola #10 – La televisione non è la vita reale. Nella vita reale la persone devono correre a lavorare.

Regola #11 – Siate gentili con i nerd e i secchioni. È molto probabile che un domani vi ritroviate a lavorare per uno di loro.

Credi in te stesso perché nessun altro ci crederà

Ragazza che esulta e che crede in se stessa

Credere in se stessi è un’arte che va coltivata ogni giorno: ogni giorno possiamo scegliere se credere in noi stessi oppure no e ogni giorno sarà diverso a seconda della nostra scelta.

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Commenti:

  1. Giulia ha scritto:

    Ciao Valerio, ti ringrazio per questi articoli perché sono illuminanti, rispondono sempre ai problemi che mi pongo e che a volte evito di risolvere perchè credo di non farcela. Grazie del supporto!! :)

    Rispondi
    • Valerio ha scritto:

      Ciao Giulia,

      sono contento che gli articoli che ho scritto ti sono stati utili; grazie a te per il commento positivo che mi spinge a proseguire nel mio lavoro.

      Valerio

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