Conosci te stesso: queste tre parole insieme sono una delle espressioni filosofiche più conosciute e impattanti di sempre, scopriamo qualcosa in più.

Non si può trascendere ciò che non si conosce, per andare oltre se stessi bisogna prima conoscere se stessi.
Sri Nisargadatta Maharaj
Questa massima, se così possiamo definirla, è in assoluto una delle mie preferite.
Complice il fatto che mi sta particolarmente caro l’argomento consapevolezza, che passa anche per la conoscenza di se stessi, non potevo non scrivere un articolo a riguardo (se alla fine del post ti troverai d’accordo con me sull’importanza della consapevolezza, fai una visita alla sezione apposita del blog).
Come sanno i lettori affezionati dei miei articoli, mi piace condividere storie e parabole (cliccando qui trovi tutte quelle che ho pubblicato) che ci aiutano a conoscere noi stessi e ad aumentare la nostra consapevolezza.
Ti anticipo infatti che in questo articolo vedremo una parabola introspettiva incredibile, ma partiamo dall’inizio per scoprire perché la massima del conosci te stesso è così importante.
Perché conoscere se stessi e perché dobbiamo capire questa cosa

Se non sei un appassionato di psicologia o di filosofia potresti chiederti perché ritengo così importante la massima del conosci te stesso.
Conoscere se stessi significa sapere cosa si vuole fare nella vita, quali sono i nostri valori e i nostri fari che ci definiscono e in virtù di questa coscienza siamo in grado di prendere decisioni migliori e consapevoli.
Le persone che conoscono loro stesse sono in grado di prendere decisioni in modo rapido e deciso perché hanno ben chiari quali sono i loro valori e sanno valutare bene se una direzione è in linea con il loro percorso oppure no.
Le persone più indecise e insicure sono quelle che si conoscono meno.
Inoltre quando conosciamo quelle che sono le cose più significative della nostra vita godiamo di maggiore chiarezza interiore.
Chi non conosce se stesso non ha una grande capacità decisionale, dice di Si a tutti e non avendo una direzione va un po’ in tutte le direzioni senza raggiungere obiettivi specifici.
Sembra assurdo ma siamo alla continua ricerca di informazioni su noi stessi dalle fonti più bizzarre.
Cerchiamo di comprenderci tramite test online evidentemente realizzati da 14enni, da video su Youtube e da profeti di ogni dove.
Addirittura ci affidiamo alle stelle per conoscerci meglio.
L’imperativo è conosci te stesso
Questo bisogno è tanto più forte quanto scarsa è la conoscenza di noi stessi.
Indipendentemente se questi metodi funzionano oppure no e se ci crediamo oppure no, è evidente che la conoscenza di noi stessi è molto scarsa.
Ma come è possibile che le stelle, un estraneo o un test da 5 o 6 domande possano conoscerci meglio di quanto noi conosciamo noi stessi?
Attenzione: non sto dicendo che l’oroscopo o altre forme di divinazione non funzionino, non avendo gli strumenti per verificare tengo la mente aperta a tutte le possibilità.
Faccio presente che questi strumenti, qualora siano veritieri, offrono una conoscenza di se stessi molto inferiore rispetto a quella che potremmo ottenere lavorando attivamente su noi stessi.
Ovviamente questi test sbrigativi o queste forme di divinazione fanno molta presa su di noi, perché ci permettono con nessuno sforzo di avere l’illusione di conoscerci meglio e spesso sono delle vere e proprie operazioni lusinghiere che ci fanno stare meglio con noi stessi ma che non aprono gli occhi alla conoscenza di noi stessi.
Invece, avere una reale conoscenza di noi stessi spesso è il frutto di grandi difficoltà da superare e di tecniche che possono rivelare aspetti della nostra personalità che non ci piacciono.
A questo proposito dai uno sguardo alla tecnica del flusso di coscienza, è una delle tecniche più potenti per conoscere se stessi.
Vediamo ora una parabola incredibile che ci schiarirà subito le idee.
Conosci te stesso: una parabola ci dice chi siamo realmente

Un giorno, all’imbrunire, un contadino sedette sulla soglia della sua umile casa a godersi il fresco.
Nei pressi, si snodava una strada che portava al paese e un uomo passando vide il contadino e pensò: “Quest’uomo è certo un ozioso, non lavora e passa tutto il giorno seduto sulla soglia di casa.”
Poco dopo, ecco apparire un altro viandante.
Costui pensò: “Quest’uomo è un dongiovanni. Siede qui per poter guardare le ragazze che passano e magari infastidirle”.
Infine, un forestiero diretto al villaggio disse tra sé: “Quest’uomo è certamente un gran lavoratore. Ha faticato tutto il giorno e ora si gode il meritato riposo”.
In realtà, noi non possiamo sapere granché sul contadino che sedeva sulla soglia di casa.
Al contrario, possiamo dire molto sui tre uomini diretti al paese: il primo era un ozioso, il secondo un poco di buono, il terzo un gran lavoratore.
Storia tratta da: 365 piccole storie per l’anima.
Niente male questa storia vero? Grazie ad essa possiamo imparare una lezione importantissima.
Quello che pensiamo degli altri è spesso il riflesso di quello che siamo: continua a leggere per capire come sfruttare questa nuova consapevolezza per conoscerti meglio.
Conosci te stesso con 3 esercizi pratici

#1 L’esercizio dell’indovinello
La parabola che abbiamo appena visto ci offre uno spunto interessante per comprendere meglio noi stessi attraverso gli altri, infatti quello che pensiamo delle altre persone è molto utile per conoscere meglio noi stessi.
Ecco i passi da seguire per svolgere questo esercizio.
- Procurati carta e penna (puoi usare lo smartphone ma scrivere a mano rende drasticamente più efficace l’esercizio)
- Alla prima occasione ritagliati 30 minuti e recati in un posto affollato come la piazza principale del tuo paese, una via centrale o un incrocio frequentato
- Trova un punto da cui puoi osservare i passanti e in cui nessuno può disturbarti (proprio come nella storia che abbiamo visto)
- Osserva alcuni passanti che gravitano nella zona e appunta le prime considerazioni su di loro (che lavoro pensi che facciano, perché si trovano in quel posto o come ci sono arrivati)
- Svolgi l’esercizio con almeno 10 persone (senza farti notare e sembrare un idiota)
Adesso possiamo sfruttare la morale della parabola per capire qualcosa in più su noi stessi.
Noti delle ripetizioni, delle stranezze o qualcosa che rimanda a un concetto che ritorna?
Non posso farti esempi specifici altrimenti contaminerei i tuoi ragionamenti, se hai difficoltà rileggi la parabola.
Quello che hai scritto sulle persone che hai osservato può dire molto di te.
#2 Siamo più vicini di quanto crediamo
Conoscere meglio noi stessi spesso non è così difficile come sembra.
Ci sono molte correnti di pensiero che affermano che per conoscere veramente se stessi abbiamo bisogno di una sorta di interminabile carotaggio interiore.
Mi trovo d’accordo solo in parte con queste affermazioni ma senza dubbio il nostro essere “qualcosa” è comprensibile molto più facilmente di quanto crediamo.
Non occorre infatti riflettere per giorni guardandosi allo specchio cercando di avere un’illuminazione, spesso è sufficiente qualcosa di molto più semplice.
Il tuo agire definisce chi sei.
Siamo tutti bravi a declamare i nostri valori e le nostre norme interiori sui social o con i nostri amici, ma nella vita come ci comportiamo?
Quello che ci sta intorno, il nostro contesto, le nostre abitudini sono un chiaro e reale indice di chi siamo realmente.
Non di chi pensiamo di essere o di chi vorremmo essere, ma di fatto di chi siamo.
Compreso questo dobbiamo prendere consapevolezza delle nostre azioni per capire quali sono i nostri reali valori.
Prendi carta e penna e annota tutte le azioni che hai svolto questa settimana, sia abitudinarie sia non abitudinarie, ad esempio.
- Mi sono lavato i denti 3 volte al giorno
- Ho fatto l’elemosina in metropolitana
- Ho aiutato una persona anziana
- Ho comprato un nuovo smartphone
Ovviamente la lista dovrebbe essere molto lunga, ma una volta completata ci darà una visione molto reale di noi stessi: la stessa visione che gli altri hanno di noi.
Se ad esempio pensiamo di essere persone profondamente altruiste dovremmo trovare un’azione come aver fatto l’elemosina.
Se non c’è nell’elenco significa siamo meno altruisti di quanto pensiamo e la visione che abbiamo di noi stessi è inesatta.
Potrebbe essere quasi spiazzante scoprire che siamo molto distanti dalla nostra immagine mentale (cliccando qui trovi l’articolo dedicato all’ego dove spiego come ristrutturarlo).
Ma continuare a credere di essere un’altra persona non ci permetterà di credere veramente in noi stessi e di definire chi siamo.
#3 Conosci te stesso con un viaggio introspettivo
Lungo il sentiero della vita continuiamo a incontrare noi stessi in mille travestimenti.
Carl Gustav Jung
Esistono molti tipi di viaggi introspettivi, i più importanti sono quelli dentro noi stessi.
Spesso però è possibile unire questi due aspetti per conoscersi meglio.
Di cosa sto parlando?
Sto parlando di un viaggio (anche solo di una gita in montagna, cliccando qui trovi le lezioni che mi ha insegnato la natura) interamente dedicato all’introspezione.
Non è necessario recarsi in paesi esotici come India o Thailandia (cosa che puoi fare se ne hai la possibilità), ma è sufficiente sfruttare un viaggio fisico, materiale e reale per facilitare un viaggio all’interno di noi stessi.
Come dicevamo nel punto #2, spesso quello che cerchiamo è molto più vicino di quello che pensiamo.
Tuttavia se non siamo abituati a riflettere su noi stessi, un viaggio reale può essere di grande aiuto (se non puoi fare un viaggio in questo momento della tua vita, segui il consiglio che ti ho dato al punto #4 di questo articolo dedicato alla pace interiore).
Durante il viaggio ci sono una serie di accorgimenti da applicare per facilitare l’introspezione.
- Scrivere un diario personale (magari utilizzando il metodo RELO)
- Immergersi in nuove culture e usanza diverse dalle nostre in modo da mettere in discussione le nostre credenze e i nostri punti di vista
- Utilizzare la tecnica dell’indovinello che abbiamo visto nel punto #1
- Appuntare spesso le nostre sensazioni e le nostre emozioni
- Meditare ogni volta che ci è possibile
- Sfruttare il test della ruota della vita
Quanto conosci te stesso?

Quanto conosci te stesso? Questa è una di quelle domande a cui solo tu puoi rispondere veramente.
Non esistono test in grado di fornirti una risposta più precisa di quella che tu stesso puoi darti.
Ma non è facile.
Potrebbe non bastare un’intera vita per conoscere se stessi, in più si somma un problema non da poco.
Come persone evolviamo continuamente.
In particolar modo se abbiamo deciso di investire in noi stessi (come da anni consiglio sul blog) mutiamo ed evolviamo molto rapidamente.
Se mi guardo indietro vedo una persona molto diversa anche solo da un anno fa.
E ti dirò che dal punto di vista relazionale è molto difficile sostenere un mutamento continuo.
Se vuoi passare a un livello di conoscenza di te stesso superiore dai uno sguardo al Diario di scoperta di sé, il mio libro su Amazon.
“Conosci te stesso”. Forse è l’affermazione più importante che sia mai stata fatta.
Ottimo articolo Valerio!
Sono d’accordo con te Silvia, sicuramente siamo d’innanzi a una frase molto importante per ciascuno di noi.