Vediamo 4 storie che fanno riflettere.

Gli occhi debbono scegliere fra due cornici: le infrangibili lenti della monotonia o gli arabescati legni zecchinati dell’oro delle favole.
Tommaso Romano
In questo articolo vediamo 4 storie che fanno riflettere su diversi aspetti della vita.
Ogni parabola nasconde una considerazione diversa che spingerà ognuno di noi a pensare sul proprio presente e sul proprio futuro.
Come sempre se vuoi scrivere cos’hai imparato da queste storie puoi usare la sezione commenti che trovi in fondo all’articolo.
Se invece vuoi leggere altre storie per riflettere dai uno sguardo alla sezione consapevolezza del sito.
Buona lettura!
4 storie che fanno riflettere

#1 L’uccello a due teste
C’era una volta un uccello con due teste e un corpo: la testa di destra era vorace e abilissima nella ricerca del cibo, mentre quella di sinistra, altrettanto ghiotta, era maldestra.
La testa di destra riusciva sempre a nutrirsi a sazietà, mentre quella di sinistra era incessantemente tormentata dalla fame.
E così un giorno la testa sinistra disse alla destra: “Conosco, qui vicino, un’erba squisita di cui ti delizieresti: vieni, ti conduco dove cresce”.
In realtà sapeva che quell’erba era velenosa, ma voleva con questo stratagemma uccidere l’altra testa, per poter poi mangiare a piacimento.
E la testa di destra mangiò l’erba, e il veleno uccise l’uccello dalle due teste.
#2 Il secchio d’acqua

“Quanto desideri conoscere la verità?” Chiese un maestro a un suo discepolo.
Prima che questi potesse rispondere il maestro gli prese la testa e gliela ficcò in un secchio colmo d’acqua, trattenendovela a forza.
Quindi gliela tirò fuori e disse: “Quando desidererai la verità quanto desideravi respirare sarai pronto a conoscerla.”
#3 I sei ciechi e l’elefante

C’era una volta un villaggio i cui abitanti erano tutti ciechi. Un giorno un principe straniero, che viaggiava sopra un elefante, si fermò davanti alle mura di questo villaggio, per una sosta durante il suo tragitto.
Tra gli abitanti si diffuse la voce della presenza del principe e di un animale straordinario, che essi non conoscevano. Così i cittadini decisero di inviare sei persone ad accogliere il principe e a toccare l’elefante, così che poi avrebbero potuto descriverlo a tutti gli altri.
Al loro ritorno, i sei ciechi furono accolti con impazienza e curiosità. Il primo disse che un elefante è come un enorme ventaglio rugoso. Aveva toccato le orecchie.
“Assolutamente no” intervenne il secondo “perché è come un paio di lunghe ossa.” Egli aveva toccato le zanne.
“Ma proprio per niente!” esclamò il terzo “Un elefante assomiglia ad una grossa corda.” Aveva toccato la proboscide.
“Ma cosa state dicendo? Piuttosto è compatto come un tronco d’albero!” replicò il quarto cieco, che aveva toccato le zampe dell’elefante.
“Non capisco di cosa state parlando” gridò il quinto cieco “l’animale assomiglia ad un muro che respira.” Questi gli aveva gli toccato i fianchi.
Il sesto sentenziò fermamente “Non è vero nulla di tutto questo: un elefante è come una lunga e robusta fune.” Aveva toccato la coda.
Così i sei ciechi iniziarono a litigare, presi tutti dall’affermare ciò che avevano toccato. Attirato dalle urla, il principe rimase in ascolto e, comprendendo che quella situazione era destinata a ripetersi all’infinito, prese la parola e sussurrò:
“Tutti dicono una verità. Ognuno sa cosa ha sentito ed è sicuro di ciò che ha toccato con mano. Ma l’esperienza fatta è solo una parte della verità e solo ascoltandosi ognuno può andare oltre, comprendere la verità che cerca.”
#4 La quarta storia?
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Ti aspetto dall’altra parte!
Molto utile e bella!
Sono contento ti sia piaciuta Alexandra.